Studenti Erasmus? Più responsabili, trovano lavoro più facilmente

Quasi 30 anni di esperienze Erasmus di giovani studenti europei in viaggio verso altrettante località del vecchio continente.

Un’esperienza piú di vita che di studio nella maggior parte dei casi, perchè ci si trasferisce in una nuova nazione, di cui spesso non si conosce la lingua, non si conoscono i costumi e si parte rinunicando, momentaneamente, alle comodita’ della vita domestica con le spesa pronta e i vestiti stirati.

Questo strappo dalla routine e dall’università italiana finisce per dare una scossa allo studente, che tra studi e tempo libero, non vorrebbe che l’esperienza Erasmus finisse cosí in fretta, anche perche’ non so in pochi a considerarla la piu’ bella della loro vita.

Indubbiamente è forse anche l’ultimo periodo di spensierattezza e forse il piú scapestrato visto il gran numero di feste che vengono organizzate ogni stagione a tema. Ma cio’ non significa che non possa avere un risvolto positivo anche negli anni successivi nel mondo del lavoro.

Maggiori possibilità, maggiori responsabilità

Gli studenti Erasmus, secondo una ricerca europea, hano piu’ possibilita di trovare impiego in posizioni lavorative a livello manageriale rispetto a chi non è partito. Non si fa riferimento solo al curriculum pero’, e quindi al fatto di avere due diversi atenei nella sezione istruzione, cio’ che piu’ caratterizza gli studenti espatriati sono i plus a livello caratteriale e organizzativo, la capacita’ di gestire un budget, una casa, le difficolta’ e le novita’ che ci si trova ad affrontare costituiscono i punti di forza dello studente Eramsus.

Parlando di cifre il 31% degli studenti Erasmus ha la possibilità di diventare manager in posizione bassa, rispetto al 25% di chi non lo ha fatto.

A livello di fiducia gli ex-studente Erasmus vengono responsabilizzati piú facilmente dal loro boss, il 64% dei datori di lavoro attribuisce infatti maggiori responsabilità al personale con esperienza internazionale.

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Ovviamente nel curriculum non guasta nemmeno la conoscenza delle lingue straniere, che nei mesi di studio all’estero sono l’obiettivo primario di ogni studente. Si danno gli esami in lingua e si vive la citta’ in cui ci si trasferisce confrontandosi ogni giorno con le persone madrelingue.

E poi le prime figuracce sono sempre divertenti, non finisce mai di scoprire quante parole hanno un significato completamente diverso da una lingua all’altra.

Quando si sta per partire si è sommersi dai documenti e cosa peggiora, per ottenerli tutti questi documenti, tanta di quella burocrazia da far passare la voglia di partire.

Assicurazione di viaggio go|study

Non per questo motivo bisogna scoraggiarsi e dimenticarsi di un documento altrettanto importante come l’assicurazione di viaggio. L’Erasmus come ogni soggiorno di studio è a tutti gli effetti un viaggio, anche se dura diversi mesi rispetto alla classica vacanza.

Con go | study si ha a disposizione un’assicurazione sanitaria e di viaggio fatta apposta per gli studenti. Se succede qualcosa mentre si è all’estero, ogni problematica potra’ essere affrontata serenamente perchè go|study significa:

– assistenza medica internazionale 24 ore su 24, un professionista a disposizione, non importa dove. Perché prima di tutto viene la salute

– spese mediche fino a € 1.000.000, sono incluse coperture per malattie croniche o preesistenti, spese odontoiatriche urgenti o fisioterapiche

– spese di rimpatrio, le spese per un rientro a casa d’urgenza sono coperte dall’assicurazione.

Si tratta di essere responsabili verso se stessi e verso gli altri, contrattando un’assicurazione come go|study che copra l’intera durata dell’erasmus o viaggio di studio.

Del resto la ricerca europea dimostra che gia’ prima di partire gli studenti Erasmus hanno in media soft skills organizzative molto piu’ spiccate rispetto ai colleghi che rinunciano a quest’esperienza.

I numeri italiani

Il budget italiano destinato alle borse studio è stato di 92,8 milioni, per oltre 57mila partecipanti. Nell’anno scolastico 2013-14, oltre 26,331 studenti italiani hanno studiato all’estero, mentre le nostre università hanno accolto nello stesso periodo 20,204 giovani. Le prime cinque istituzioni ad aver inviato propri studenti all’estero sono l’Università di Bologna Alma Mater Studiorum, quella di Padova, la Sapienza di Roma, quella di Torino e Milano.

Il 93% degli imprenditori europei conferma l’importanza strategica delle esperienze trasversali acquisite dalle risorse che vantano una mobilità internazionale nel proprio background. Il dato cresce al 98% se si guarda al solo Nord Europa.

Il 50% degli studenti Erasmus, soprattutto quelli che lo hanno svolto in un’impresa, ha trovato lavoro. Un dato significativo se si considera che la media europea è del 30%.

Tutti gli ex studenti Erasmus concordano che si tratta di un’esperienza che ha cambiato la loro vita, e che una volta che si diventa Erasmus si rimane Erasmus per sempre, percependo con maggior facilità  il concetto di Europeo rispetto ad ogni altro cittadino del vecchio continente, con maggiori doti di adattamento e responsabilità.

 

Via | InterMundial

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