‘Too happy to be homesick’: la storia di Eli Sunday Siyabi

Eli Sunday Siyabi, autrice del blog Too happy to be homesick aveva una vita tranquilla, un lavoro sicuro, una casa e una macchina, insomma, una di quelle vite che la gente oggigiorno invidia, ma in realtà Eli non era felice. Ogni mattina si svegliava con un senso di angoscia: la voglia di partire e di reinventarsi, e così, un giorno, decise di reagire: mollò tutto e partì.

Il risultato? Glielo chiediamo subito!

Eli, un bel giorno hai deciso di lasciare tutto e partire. Sei contenta della decisione che hai preso? O a volte, hai dei rimpianti?

Non ho mai avuto rimpianti. Sono una persona che si butta nelle cose, perché credo nel potere della spontaneità. Certo, quando prendo delle decisioni uso anche la ragione, ma solo quel poco che basta per ponderare meglio. Non lascio che questa interferisca sulle ragioni del cuore: è lui che comanda, in amore come nelle scelte lavorative. In viaggio, poi, l’istinto deve essere affinato: se ascoltato, sa dare campanellini d’allarme che vanno seguiti. I segni possono anche essere positivi: bisogna seguire ciò che fa brillare gli occhi quando se ne parla.

Cominciai anni fa, nel 1999, a inseguire i miei sogni, di volontariato prima (Kenya, Madagascar, Albania, Cambogia), e poi lavorativi. Quella che sono oggi è il frutto delle decisioni prese, degli anni sabbatici in giro per il mondo a cercare la mia felicità. Se si segue ciò che rende felici, non si avranno mai rimpianti.

Sei stata otto mesi in Cambogia a fare volontariato, e dopo in Vietnam, Cina, Thailandia, Myanmar, Malesia, Iran e Oman. Quale il paese che più ti ha colpito?

Senza dubbio l’Iran. E’ stata una sorpresa che non mi aspettavo: ero partita con la testa piena delle immagini e dei pregiudizi inculcati dai mass media. Ricordo il mio ingresso in Iran come fosse ieri: dopo mesi di caldo afoso nel Sud-Est Asiatico, non mi aspettavo che quell’aria cristallina che mi sferzava la faccia fosse così piacevole. Il cielo alto e chiaro, le montagne, il ragazzo che mi aveva timbrato il visto tutto sorridente, e un amico iraniano che mi veniva incontro col cuore in mano, vestito in maniera alternativa e con i capelli lunghi tipo rockstar: ma ero davvero in Iran?

Poiché amo i luoghi dimessi, mi innamorai subito di Teheran: macchine che arrivavano da destra a sinistra guidate da uomini con la sigaretta in bocca, ragazze truccatissime che cercavano di sfuggire ai controlli della polizia morale, la vita che pulsava nei giovani nonostante la repressione. E ancora: il cibo eccezionale, l’ospitalità senza pari e luoghi meravigliosi. Tutto questo è l’Iran, un paese in cui andrei a vivere per un po’. Nonostante tutto.

Quando sei in viaggio, che cosa ti manca di più di casa?

La nostalgia di casa, nei momenti di solitudine, si presenta di solito sottoforma di mancanza della sicurezza che ti dà la famiglia, quel senso di protezione e di calore che solo i genitori sanno dare in maniera piena. A volte ho sentito la mancanza di quella sensazione del tipo “Se mi succede qualcosa, so chi mi aiuterebbe”. Il viaggio ti obbliga a tagliare quel cordone ombelicale e a contare solo su di te. Non c’è modo migliore per obbligarsi a crescere.

Ti definisci una ‘non-backpacker’, cosa non può assolutamente mancare nella tua valigia (con le rotelle).

Nella mia valigia (con le rotelle e un manico ben solido) non possono mancare il mio paio di jeans preferiti, il mio taccuino con gli appunti di parte dei miei viaggi passati e un libro che mi faccia ridere quando sono giù. Tutto il resto posso acquistarlo ovunque.

Facebook, Twitter, Google+, YouTube, qual è il tuo canale social preferito?

Il mio canale social preferito è Twitter, forse perché è stato il primo cui mi ero iscritta. Mi piace la brevità dei messaggi, il fatto che si debba concentrare tutto in pochi caratteri: aiuta a sintetizzare i mille pensieri che si hanno in testa. E’ il primo canale che controllo al mattino: notizie, pensieri gentili, fotografie, o qualche saluto a sorpresa di chi ti segue. Le notizie degli espatriati italiani in giro per il mondo sono le mie preferite: mi piace mettere il naso nella vita di chi ha scelto di vivere altrove.

Stai pensando di ripartire, quale sarà la tua prossima meta?

Mi sono appena iscritta a un corso intensivo di un mese  di yoga e meditazione in India, nello stato di Himachal Pradesh, dove ha la residenza il Dalai Lama: sono appassionata di yoga e fitness da anni, e questo corso (che si terrà la prossima estate) mi darà gli strumenti per insegnarli.

Dopodiché è tutto un punto interrogativo: Birmania? Malesia? O magari di nuovo Oman? Vedremo: di solito, le decisioni le prendo qualche settimana prima di partire. E quando i biglietti aerei costano una fortuna. E’ più forte di me: se voglio seguire il cuore, devo farlo all’ultimo momento.

Un consiglio per chi, come te, sente il richiamo della strada?

Se è troppo tempo che ti alzi al mattino senza voglia di vivere e il sorriso sulle labbra, significa che è ora di cambiare. Non aver paura di buttarti nell’ignoto, di lasciare il sicuro per l’incerto: dalla mia esperienza ho imparato che una volta fatto il primo passo, le opportunità arrivano. Buttati con energia, serenità e coraggio nella vita che vorresti fare, che sia essa sulla strada o a casa tua: non aspettare domani per vivere il tuo sogno. Comincia oggi.

Buon viaggio, Eli!

FotoToo happy to be homesick

Via | InterMundial Assicurazioni Viaggio

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