Il blog nato per vincere la paura di viaggiare: Stefania di ‘Diqua&Dilà’

Stefania, autrice di Diqua&Dilà, da grande vorrebbe viaggiare e scrivere di viaggi, nel frattempo prova a viaggiare e a scrivere di viaggi.

Hai deciso di aprire un blog per sconfiggere la paura di viaggiare, ci puoi spiegare perché e, soprattutto, se l’hai superata?

Iniziamo con il dire che la paura l’ho superata, fortunatamente. Non tutti sanno che in passato, quando ancora non avevo il blog, ho sofferto di attacchi di panico che non solo mi impedivano di viaggiare ma anche di prendere con tranquillità un treno, andare in metropolitana o anche solo visitare un mercato affollato. Il mio corpo diceva ‘voglio andare’ ma i miei pensieri mi giocavano brutti scherzi. Poi fortunatamente ho capito che quello che io stessa volevo, era vivere più forte, osare e non pormi limiti: fisici ok, ma soprattutto mentali.

Viaggiare è diventato per me come ossigeno, una piacevole ‘terapia’ che si completava solo raccontando di questi miei viaggi nel blog. Quello che mi auguro (e che più mi farebbe piacere) è che mi leggessero anche persone con lo stesso disagio e che arrivasse loro il messaggio che niente è perduto.

Diqua&Dilà parla dei tuoi viaggi intorno al mondo insieme a tuo marito e (a volte) ai vostri cani, ti aspettavi tutto questo (meritato) successo da tuo blog?

In realtà domande come queste ancora mi stupiscono piacevolmente perché non credo realmente di aver avuto successo. Almeno non ancora, siamo in tanti e in giro c’è gente brava. Quello che attualmente faccio è dare tutta me stessa per una passione che sto coltivando. Non sono mai stata brava a parole, la scrittura è una bellissima via di fuga. Se non ci fosse il blog continuerei a viaggiare, a stressare mio marito per andare in giro per posti sperduti e sconosciuti, a caricare i miei cani in macchina e a godermi un week end noi quattro.

Però è anche vero che a questo blog devo tanto, mi ha cambiato la vita: ho conosciuto tantissime persone nuove, alcune sono diventate amiche, ho viaggiato di più e in posti incredibili, ho trovato un lavoro che mi piace e, cosa ancor più importante, il blog è una delle uniche costanti della mia vita. Sono una gran casinista e tenere in piedi progetti nel lungo periodo non mi è mai stato facile.

Sei stata da poco in Messico, un ricordo in particolare del viaggio?

Ci sono mille ricordi che ancora mi fanno venire il magone da viaggio, ma uno su tutti, senza doverci stare a pensare è sicuramente l’esperienza che abbiamo fatto per arrivare a San Juan Chamula, un paesino dove vivono etnie che ancora praticano rituali e sacrifici animali. Un caldo incredibile e noi due, io e Valerio gli unici stranieri, stretti su di un colectivo scassato, un pullmino pubblico che trasporta soprattutto locali per pochissimi pesos. Poi la visita alla chiesa dove i guaritori stavano impartendo i loro rituali. Questo per me è stato il vero Messico, quello che quasi ti fa scordare di essere lì di passaggio: lo racconterò presto sul blog.

Potremmo essere felici qui, la sensazione che ti prende all’improvviso durante un viaggio. Pensi che sia normale o è solo per chi soffre della sindrome di wanderlust?

Penso che per una persona entusiasta di viaggiare sia normale provare una sensazione di questo genere. Poi ovviamente c’è chi, come me, si innamora dei luoghi che visita un po’ troppo spesso. Trovo bellezze ovunque e soprattutto perché in viaggio è facile scorgere il lato bello delle cose. Ci scrissi anche un post, uno di quelli deliranti che mi favorisce il jet-lag quando sono in viaggio. Solo una volta tornata a casa, facendo decantare le emozioni, scopro quali sono i posti che mi provocano le farfalle in pancia. È così per me con l’Asia, mi fa imbestialire quando sono lì, ma quando sono lontana vado in astinenza.
Alcuni amici mi pizzicano dicendo che sono solo una grande entusiasta, ma in fondo che male c’è?

Hai fatto un’esperienza di volontariato in Vietnam, puoi raccontarci qualcosa di più?

È stata un’esperienza di volontariato lampo, solo un giorno e mezzo, quindi non me la sento proprio di mettermi alla pari di chi le esperienze di volontariato le vive in tutta la loro interezza. Diciamo che è stato più un incontro bellissimo con una realtà a me sconosciuta, durante il mio viaggio in Vietnam zaino in spalla.

Grazie ad Asiatica Viaggi che mi ha aiutato a trovare esperienze fuori dai soliti itinerari turistici ho fatto visita a Care the People, una casa famiglia che aiuta minori in condizioni famigliari disagiate. Abbiamo conosciuto i bambini e abbiamo vissuto con loro, oltre ad aver raccolto un sacco di info sulle missioni umanitarie che vengono organizzate. Anche di questo ne ho parlato dettagliatamente sul blog. La mia volontà è quella di prender prossimamente parte ad un viaggio di volontariato a stretto contatto con specie animali a rischio d’estinzione o maltrattati.

Stefania, sei di Milano, come stai vivendo la città con l’arrivo dell’Expo?

Milano con l’Expo è bellissima perché è piena di eventi e di stranieri che colorano la città con i loro modi di fare e i loro accenti. Al traffico sono abituata quindi quello motivato non mi fa paura. Quello che invece ha creato un po’ di trambusto sono stati sicuramente i preparativi. Si sa, ne hanno parlato in ogni dove. Però vivere sulla propria pelle la preparazione dell’Expo è diverso: la casa dei miei genitori, ad esempio, è a due passi da dove è situata Expo e lì i cambiamenti si sono visti eccome. Traffico, lavori, cemento, strade chiuse. Mi chiedo cosa ne resterà di questa zona una volta finito Expo. Spero che venga riqualificata una volta per tutte e non lasciata a sé stessa. Per il resto, Milano in questo periodo è tutta da vivere.

Cosa puoi dirci del tuo hashtag #NeVadoFiero?

È un hashtag nato per caso da alcune mie riflessioni che mi hanno portato a scrivere un semplice post durante il giorno della festa delle donne. Credo che il significato di questo hashtag improvvisato vada al di là delle solite catene su web, anche se di fatto ha generato un passaparola abbastanza corposo. Il senso era quello di focalizzarsi su se stessi per giudicarsi descrivendo le azioni quotidiane per cui ognuno di noi va fiero. Azioni quotidiane, non una tantum come impongono certe giornate di celebrazione in cui tutti improvvisamente diventano migliori. Usanza convenzionale che io non tollero.

Ebbene questo hashtag è stata una rivelazione, così interessante che mi ha permesso di conoscere meglio altri blogger (e non)  e di prendere spunto dalle loro buone azioni. Ancora oggi sul blog raccolgo i link di chi ha scritto qualche riga a riguardo. Che dire, ne vado fiera!

Hai partecipato a diversi Blog Tours, cosa pensi di questa nuova iniziativa rivolta agli appassionati di viaggi?

Penso che non sia affatto nuova e temo che prima o poi imploderà. Parlo da addetta ai lavori perché di blog tour io ho provato anche ad organizzarne. Credo profondamente nello storytelling ma credo altrettanto che fra il racconto e la ‘raccomandazione’ la differenza sia talmente sottile da far storcere il naso a qualcuno.

Rimango comunque dell’idea che alcuni luoghi abbiano un’esigenza maggiore di essere raccontati per ciò che sono, per le potenzialità che hanno  e che spesso non vengono comunicate a causa di particolari accadimenti o semplicemente per l’incapacità di valorizzare. L’importante in questo caso è selezionare le figure giuste che rispondano correttamente alle esigenze di una destinazione affinchè gli obiettivi vengano raggiunti.

FotoDiqua&Dilà

Via | InterMundial Assicurazioni Viaggio

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