I canyon italiani: alla scoperta degli Orridi di Uriezzo

Testo di Gabriele Ferreri

Il Giardino Glaciale degli Orridi di Uriezzo

Ecco come bisogna essere! Bisogna essere come l’acqua. Niente ostacoli – essa scorre. Trova una diga, allora si ferma. La diga si spezza, scorre di nuovo. In un recipiente quadrato, è quadrata. In uno tondo, è rotonda. Ecco perché è più indispensabile di ogni altra cosa. Niente esiste al mondo più adattabile dell’acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.

 Lao Tzu

Spostandosi all’estremo nord del Piemonte, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, quasi al confine con la Svizzera e a poco più di due ore di auto da Torino, si può raggiungere la Valle Antigorio, una delle sette valli principali della Val d’Ossola attraversata dal Toce. Qui, il lavoro di erosione dell’antico ghiacciaio che ricopriva la valle con i suoi 1000 m di altezza e quello dei torrenti subglaciali generati dalle acque di fusione dello stesso, ha dato vita ad uno scenario unico e suggestivo: gli Orridi di Uriezzo.

Partendo da Baceno, dalla Chiesa monumentale di San Gaudenzio, considerata a ragion veduta “la più bella delle Alpi”, vi consiglio questo itinerario di circa 12 km e 120 m di D+.

Si segue la mulattiera in parte lastricata e in parte scavata nella roccia che, attraverso il bosco, scende fino alla piana di Verampio, ovvero alla confluenza della Valle Antigorio con la Valle Devero. Qui, l’erosione glaciale ha portato alla luce l’elemento più antico e profondo della catena alpina: la Cupola di Verampio.

erosione-della-roccia

Superato il ponte sul Devero, prima, ed alcune case, dopo, si seguono le indicazioni per le “marmitte dei giganti” di Maiesso e, in leggera salita, si raggiunge un tratto di rara bellezza dove le acque scorrono tra queste caratteristiche forme di erosione della roccia.

Proseguendo sempre in lieve in salita si arriva all’Orrido Sud, il più spettacolare, lungo circa 200 m e profondo da 20 m a 30 m e lo si attraversa in tutta la sua lunghezza. In uscita si tiene la destra e si prosegue per circa 200 m dove, con una nuova svolta a destra, si effettua un taglio nel prato per superare il ponte di Balmasurda sul Toce e l’orrido omonimo. Si passa sulla sinistra orografica del torrente e si sale al paesino di Crego dove è visibile il bellissimo Oratorio circondato da un elegante peristilio semicircolare in serizzo. A questo punto si scende alla volta dell’Oratorio S.ta Lucia e dei due ultimi orridi: quello Nord-Est (lungo circa 100 m e profondo una decina, molto stretto in alcuni punti) e quello Ovest.

Il periodo consigliato per la visita agli Orridi è marzo/aprile durante la fioritura dei ciliegi selvatici. Tuttavia, esclusa la presenza di ghiaccio, l’itinerario è percorribile tutto l’anno. Anzi, un po’ di pioggia saprà conferire ancor più un’atmosfera magica e lontana nel tempo a questo luogo. In questo caso, però, non dimenticate gli scarponcini impermeabili (con una buona suola antiscivolo), un k-way ed uno coprizaino impermeabile per ripararvi dagli abbondanti goccioloni che percolano dall’alto.

Mentre siete in zona è vi consiglio anche una visita alla cascata del Toce (143 m) in località La Frua (1861 m s.l.m.) in Val Formazza ed un’eventuale escursione all’Alpe Devero (1631 m s.l.m.) con i suoi numerosi laghi alpini e le numerose baite con i tetti in piode.

Per un po’ di relax, invece, non potete perdere le Terme di Premia (15 min di auto da Baceno).

Insomma, il posto ideale per trascorrere un weekend “dedicato all’acqua”.

FotoGabriele Ferreri

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